In Etiopia il tracoma continua a essere un’emergenza. In questo momento centinaia di migliaia di persone sono già state contagiate e stanno affrontando atroci sofferenze. Senza un intervento tempestivo diventeranno presto cieche, per sempre.
Intervieni prima che sia troppo tardi.
Dona ora. L’impatto della tua donazione oggi vale 3.
La situazione in Etiopia
Paese a basso reddito, minacciato dagli shock climatici e a rischio per la sicurezza alimentare, l’Etiopia è al 176° posto su 193 per Indice di Sviluppo Umano.
In molte zone rurali mancano strutture igienico- sanitarie adeguate e questo incide sulla diffusione di malattie infettive come il tracoma.
Qui si registra il 33% di casi di tracoma a livello mondiale. C’è di più: la situazione è talmente grave che il tracoma sta evolvendo al livello più avanzato, la trichiasi, anche nei bambini.
Come si può debellare
Per sconfiggere il tracoma bisogna procedere villaggio per villaggio, regione per regione, distribuendo antibiotici e sensibilizzando sulle pratiche igieniche. Mentre stiamo intervenendo in una zona, chi non è ancora raggiunto dagli aiuti continua a essere esposto al contagio, soffre atrocemente per la malattia, rischia la cecità irreversibile.
Perché il tuo intervento vale 3
Per la necessità di intervenire con urgenza, due importanti enti hanno scelto di dare il loro sostegno a un progetto di CBM attualmente attivo nella Regione di Amhara e nella Regione delle Nazioni, Nazionalità e Popoli, rivolto a 260.000 persone.
2/3 (due terzi) del progetto sono coperti. Solo con il tuo aiuto possiamo arrivare alla copertura totale e raggiungere le 260.000 persone che sono in attesa di ricevere cure e assistenza.
La storia di Sebawedin
Sebawedin è un ragazzo di quattordici anni che i nostri operatori hanno incontrato durante le attività nelle comunità e nelle scuole. Ha contratto il tracoma due anni fa e da allora il dolore agli occhi si fa ogni giorno sempre più acuto e insopportabile.
Continua a frequentare la scuola perché non vuole essere diverso dai suoi coetanei, ma ormai non riesce quasi più a tenere gli occhi aperti. Le palpebre si sono rivoltate all’interno e le ciglia graffiano la retina a ogni battito.
Piange in classe per un dolore che non lo abbandona mai.
Anche sua mamma, Hawa, ha avuto il tracoma in passato, sa esattamente cosa sta affrontando il figlio e quanto la sua sofferenza sia destinata ad aumentare e aumentare se qualcuno non lo aiuterà. Tuttavia, non avendo i mezzi per aiutarlo non può fare altro che assistere inerme al dolore del figlio.
Quali attività sosterrai
Con una sola donazione, oggi, sosterrai tutte le componenti del nostro intervento di eliminazione del tracoma:
- distribuzione di antibiotici
- costruzione di pozzi per l’accesso all’acqua pulita
- costruzione di latrine per migliorare le condizioni igieniche
- formazione sulle corrette pratiche igieniche per prevenire il contagio
- operazioni di trichiasi per adulti e bambini
Dona ora e aiutaci a raggiungere e salvare 260.000 persone. Intervenire è più necessario che mai!
Tracoma, povertà e disabilità in sintesi
Il tracoma è un esempio di come povertà e disabilità siano collegate. In contesti di povertà estrema, mancanza di acqua pulita o dove i sistemi igienici sono precari o inesistenti, il rischio di contrarre la malattia è molto più alto. Da qui, senza interventi o piani di prevenzione e cura, la probabilità che degeneri in una cecità totale e irreversibile è elevato.
Da malattia curabile diventa dunque una disabilità permanente che causa l’esclusione dal lavoro o dalla vita di comunità e inasprisce la condizione di povertà. È anche questo il ciclo povertà-disabilità e intervenire è un modo per spezzarlo.