Salva la vista e la vita dei bambini con il tumore all’occhio

Dot è una dei bambini affetti da retinoblastoma a cui abbiamo potuto salvare la vita in tempo, con un intervento coordinato e tempestivo. Il programma di prevenzione e cura del retinoblastoma, il tumore all’occhio, non può e non deve fermarsi. Sostieni ora le attività dell’ospedale Ruharo, in Uganda. Ogni bambino raggiunto è una vita salvata. Dona ora!

Dot è una dei bambini affetti da retinoblastoma a cui abbiamo potuto salvare la vita in tempo, con un intervento coordinato e tempestivo. Il programma di prevenzione e cura del retinoblastoma, il tumore all’occhio, non può e non deve fermarsi. Sostieni ora le attività dell’ospedale Ruharo, in Uganda. Ogni bambino raggiunto è una vita salvata. Dona ora!

La storia di Dot

Dot è una bimba sud sudanese di 9 anni, da poco operata per il tumore all’occhio. L’intervento e i successivi trattamenti le hanno salvato la vita, ma poteva andare diversamente. Ce lo racconta il papà di Dot.

Mi trovavo a Juba – la capitale del Sud Sudan – per studiare. Un giorno mi chiama mia moglie e dice che Dot ha un problema all’occhio. Lo ripete: un problema all’occhio, un problema all’occhio.

Papà di Dot

Gli anziani della comunità suggeriscono dei rimedi a base di erbe, ma si rivelano inefficaci. Il papà decide così di portarla al BEC, il centro oculistico che sosteniamo proprio a Juba. Le viene diagnosticato il retinoblastoma: il tumore all’occhio.

Il retinoblastoma è un tumore all’occhio raro e molto aggressivo nei bambini più piccoli: può portare alla perdita della vista, alla perdita degli occhi e può essere mortale. Il tasso di sopravvivenza nei Paesi ad alto reddito, dove è possibile una diagnosi precoce, è del 96%. Nei Paesi a basso reddito, invece, scende drasticamente al 65%.

Il trasferimento al Ruharo e l’operazione

Bisogna intervenire prima che sia troppo tardi. Dot viene accompagnata immediatamente in Uganda, all’ospedale Ruharo dove sosteniamo un programma di prevenzione e cura del retinoblastoma. I medici rimuovono l’occhio malato e il tumore e Dot trascorre i successivi sei mesi in ospedale, dove proseguono i trattamenti e le cure. È salva.

Per il tempo in cui sono rimasto al Ruharo ho visto così tanti bambini venire salvati. Sono davvero grato a CBM.

Aggiunge il papà di Dot che conclude così la sua testimonianza, guardando verso la figlia:

È viva. Un occhio solo non può uccidere. E avere un occhio solo non vuol dire essere finiti.

Sostieni l’intervento in Uganda

CBM Italia sostiene in Uganda, presso l’ospedale Ruharo, un programma di trattamento e gestione del retinoblastoma.

Ora l’unità oculistica permette di trattare 175 bambini: 100 nuovi pazienti all’anno e 75 che proseguono le terapie iniziate gli anni precedenti, poiché il trattamento del retinoblastoma è di lunga durata. 

Con la tua donazione puoi permettere al programma di continuare e salvare sempre più bambini.

Ecco alcuni esempi di quello che ci aiuterai a realizzare:

  • con 35€ supporti le spese di trasporto dei bambini e dei genitori durante le visite;
  • con 70€ contribuisci a fornire pasti caldi ai bambini in cura e alle famiglie in condizione di povertà e che arrivano da lontano;
  • con 125€ aiuti a identificare, trattare e curare i bambini affetti da retinosblastoma.

Sensibilizzazione e pasti: il ciclo povertà e disabilità si spezza anche così

Ad aumentare la cecità o la mortalità per retinoblastoma non sono solo la mancanza di informazioni condivise o il non conoscere l’importanza delle visite e della prevenzione.

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Spesso, infatti, le famiglie sono troppo povere per potersi permettere il trasporto, le cure e la permanenza in ospedale. Garantire sussidi e trattamenti gratuiti è un modo per impedire che la povertà sia d’ostacolo a ricevere l’assistenza di cui tutti hanno diritto.