Questo settembre la campanella suonerà anche per decine di bambini con disabilità. Sarà la prima volta nella loro vita. Succede in Kenya e Uganda dove stiamo fornendo protesi ortopediche stampate in 3D, prodotte nei nostri ospedali.

Il primo laboratorio
Era il 2021 quando, all’ospedale ortopedico CoRSU che sosteniamo in Uganda, abbiamo allestito un laboratorio per la stampa 3D e avviato la produzione di tutori, supporti ortopedici e invasi per protesi trans-tibiali.
L’obiettivo era quello di migliorare la vita delle persone con disabilità motorie che vivono in condizioni di estrema povertà, garantendo l’accesso gratuito a protesi e ortesi.
Perché è importante?
Fornire una singola protesi non esaurisce la necessità di intervento: in genere sono necessarie sostituzioni delle protesi o di alcune componenti ogni 6-12 mesi per i bambini e ogni 3-5 anni per gli adulti. Questo significa che un bambino di 10 anni avrà bisogno di circa 25 protesi nella sua vita.
Da qui il bisogno di un progetto sostenibile, scalabile e replicabile, come stiamo facendo in questi mesi, portando IMPACT3D dall’Uganda anche in Kenya.
Cosa ci aspettiamo
- Personale sempre più specializzato, grazie ai corsi di formazione, che sarà in grado di scansionare e modellare le componenti delle protesi in autonomia.
- Richiesta crescente di protesi e ortesi da parte delle persone: grazie alle attività di sensibilizzazione e visite nei villaggi, chi ha una disabilità motoria saprà di poter accedere ai dispositivi ortopedici.
- Miglioramento della qualità di vita delle persone con disabilità, partecipazione attiva nella comunità, possibilità di trovare un lavoro e frequentare la scuola.
La possibilità di andare a scuola
Ricevere una protesi, per un bambino con disabilità, non significa “solo” ricominciare a camminare, ma anche sperare in un futuro diverso.
Ancora oggi, infatti, nelle zone più povere e isolate del mondo, non tutte le scuole sono accessibili o attrezzate per rispondere alle esigenze dei bambini con disabilità. Di conseguenza i bambini e le bambine non possono partecipare alle lezioni con i loro coetanei e sono costretti a rimanere a casa: aumenta il divario tra le persone con e senza disabilità e aumentano stigma ed emarginazione.
Una protesi, un intervento chirurgico, una stampella, sono spesso il primo importante passo per entrare a scuola e, con il tempo, contribuire a una società inclusiva.
Solo lo scorso anno abbiamo prodotto e adattato 162 plantari, 26 ortesi e 2 tutori. 66 erano destinati a bambini. 66 bambini che hanno iniziato la scuola e che, altrimenti, ora sarebbero costretti a rimanere a casa.
