Marchelo Mathua lavora da vent’anni nel programma di identificazione e trattamento del tumore oculare infantile al Ruharo Mission Hospital, in Uganda. Ascolta la sua testimonianza.
Chi è Marchelo Mathua
Marchelo Mathua è ophthalmic clinical officer presso l’ospedale Ruharo, sostenuto da CBM in Uganda. Si occupa di identificare e trattare il tumore all’occhio nei bambini (retinoblastoma).
Nei Paesi in Via di Sviluppo, per l’aggressività del tumore, la necessità di strutture attrezzate e il ritardo nell’accompagnare i bimbi in ospedale, il retinoblastoma continua a essere mortale per 4 bambini colpiti su 10.
Marchelo lavora all’ospedale Ruharo dal 2006, l’anno di avvio delle ricerche sul retinoblastoma. Nel video testimonia gli enormi passi avanti in questi quasi vent’anni e di quanto è fondamentale che il programma non si fermi.
La testimonianza di Marchelo
«Ho iniziato a lavorare qui nel 2006, quando sono iniziate le attività sul retinoblastoma. Quando è iniziata la ricerca si faceva solo la diagnosi di retinoblastoma e si rimuoveva l’occhio. Nel tempo, anche grazie all’intervento di CBM, abbiamo intensificato la ricerca e cambiato le modalità di trattamento, con il laser o la crioterapia ad esempio.
Nel corso di questi anni abbiamo visto le cose cambiare, il trattamento del retinoblastoma al Ruharo Eye Center è cambiato in meglio.
Oggi siamo l’unico centro nel Paese e accogliamo pazienti da altri Paesi vicini come Sud Sudan, Congo, Ruanda, anche una parte dal Kenya e dalla Tanzania.
All’inizio tutti i pazienti erano nello stesso reparto, ma quando abbiamo iniziato a ricevere le donazioni da CBM e altri partner abbiamo potuto ricavare il reparto dove siamo ora.
Abbiamo un’area gioco interna ed esterna, abbiamo supporto per i trattamenti ma anche i pasti, il trasporto da casa all’ospedale. La maggior parte di loro arriva da famiglie poverissime e non possono sostenere il costo dei viaggi tutti i mesi, per almeno sei mesi. Alcuni sono con noi da 8 anni e devono venire una volta al mese.
Credo che senza il supporto di CBM moltissimi dei bambini che abbiamo salvato non sarebbero sopravvissuti finora. Il mio lavoro principale è visitare i pazienti che sono inviati qui dagli altri ospedali. Solo due o tre di noi possono trattare il tumore, ma è tutto il team che permette di fare quello che stiamo facendo adesso.
Il mio sogno è vedere questo centro crescere ed espandersi e che possa “servire” l’umanità, non solo questo Paese ma anche quelli vicini. Così questi bambini avranno la possibilità di sopravvivere e potremo salvare ancora più vite.»
Un punto di riferimento per 7 Paesi
Il trattamento del retinoblastoma al Ruharo è iniziato nel 2006, inizialmente solo chirurgico, ma è con l’introduzione della chemioterapia nel 2009 che sono aumentate le possibilità di sopravvivenza dei piccoli pazienti, dal 45% al 65%.
Attualmente l’ospedale è punto di riferimento per il trattamento del retinoblastoma non solo in Uganda, ma in tutta l’Africa Orientale: Repubblica Democratica del Congo, Sud Sudan, Ruanda, Burundi, Tanzania, Kenya e Somalia.
Nonostante le sfide, il numero di pazienti in aumento riflette un miglioramento nell’accesso al trattamento e nel completamento delle terapie.