Oggi pubblichiamo la lettera di Gian Piero. Guarda il video e ascolta il commento di Don Mauro Santoro.

Secondo te, esiste la buona morte?

Buongiorno Carla, 
Ho molto apprezzato l’iniziativa “Pensare alla morte” introdotta dalla vostra mail “Parlare di morte per vivere meglio”. Devo ammettere che ho letto molto in merito: “Escatologia – morte e vita eterna” di J. Ratzinger, “Sulla vita dopo la morte” di E. Kubler-Ross, “Storia della morte in occidente” di P. Aries, “Il futuro dell’universo – cosmologia ed escatologia” di F. Brancato, “Dizionario di Filosofia”, di N. Abbagnano, “Sul morire (death)”, di S. Kagan, “Lo Yoga di Gesu`”, di P. Yogananda ed altri libri sia di carattere religioso che filosofico. Naturalmente non si può giungere a conclusioni definitive, tuttavia ho maturato alcune opinioni che penso di poter condividere: 

1. Ha senso pensare ad una “preparazione” alla proprio morte (io stesso ho scritto un testamento, per mettere i miei cari in una posizione “sicura” a riguardo delle mie proprietà e per dare disposizioni alla continuità delle mie attuali donazioni ad enti vari, compresa CBM). 

2. Non è la morte da temere ma la condizione fisica che eventualmente può condurvi (malattie, sofferenze, umiliazioni da mancata autosufficienza ecc.). Se mi dicessero che morirei improvvisamente nel sonno senza accorgermi di nulla, perché preoccuparmi? Mi dispiacerebbe non per me ma per il dolore di chi resta. 

3. Dal punto di vista della fede (sono credente) mi ritengo un “piccolo” peccatore, quindi confido sperabilmente in una pena contenuta. 

4. Se invece non ci fosse un “giudizio” od un “aldilà” ma semplicemente il nulla, allora di cosa preoccuparsi? Non saremmo in uno stato in cui “renderci conto” che siamo morti: ci si ritroverebbe nella situazione precedente alla nostra nascita, cioè totalmente inconsapevoli di essere mai esistiti o che qualunque altra cosa sia mai esistita. 
 
In sintesi (a mio parere) la morte si teme sia per le eventuali sofferenze che la causerebbero sia per il dispiacere che daremmo ai nostri cari. Penso che la consapevolezza e l’accettazione dell’inevitabilità dell’evento consenta comunque un buon grado di serenità. 
 
Un caro saluto
Gian Piero, donatore di CBM Italia

Guarda il video e ascolta il commento di Don Mauro Santoro.

Perché la rubrica “Questioni di vita e di morte”?

Perché pensiamo che una maggiore consapevolezza della finitezza possa, anziché angosciarci, migliorare la qualità della nostra vita.  Riflettere sulla fine della vita ci induce a riordinare le priorità, a comprendere meglio le relazioni che intratteniamo con gli altri. Ci aiuta ad accorgerci dei momenti di felicità, ad affrontare le nostre paure con maggior coraggio, a fare scelte che ci somiglino. 

Don Mauro Santoro, sacerdote della diocesi di Milano, è attualmente Presidente della Consulta diocesana Comunità cristiana e disabilità “O tutti o nessuno” e assistente spirituale presso la Fondazione don Carlo Gnocchi – Centro Peppino Vismara. Da diversi anni si dedica in particolare alla formazione e sensibilizzazione delle parrocchie perché diventino contesti sempre più inclusivi. Collabora con il Servizio Nazionale per la Pastorale delle persone con disabilità della CEI (Conferenza Episcopale Italiana). È anche vicario parrocchiale presso la parrocchia San Gregorio Magno a Milano.

E tu cosa ne pensi?

Mandaci le tue riflessioni scrivendoci a carla.belli@cbmitalia.org o via whatsapp al 3470555843.

step contatti

Carla Belli
Responsabile Relazione con i Donatori 


{{ errors.first('firstname') }}
{{ errors.first('lastname') }}
{{ errors.first('email') }}