Per noi di CBM Italia la Convenzione ONU è un punto di riferimento fondamentale. Ancora oggi tante persone con disabilità incontrano esclusione e discriminazione: il primo passo per contrastarle e promuovere davvero l’inclusione è conoscere e mettere in pratica ogni giorno la Convenzione ONU.
Massimo Maggio, direttore CBM Italia
Il percorso
La Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità promuove, protegge e garantisce i diritti umani e le libertà fondamentali di tutte le persone con disabilità assicurando loro una piena inclusione e partecipazione nella società su base di uguaglianza con gli altri.
Ma come si traducono questi principi nella loro vita quotidiana e in quella dei loro familiari? Il “Percorso dei diritti” raccoglie le testimonianze degli abitanti di Fondazione SON, che offrono una prospettiva personale e concreta su alcuni dei diritti affermati dalla Convenzione: dal lavoro alla vita indipendente, dal tempo libero all’accessibilità.
Il “Percorso dei diritti” fa parte di “Giardino in movimento”, un progetto nato dal patto di collaborazione sottoscritto da CBM Italia, Fondazione SON, Associazione Volontari Casa della Carità, Associazione Amici casa della Carità e Comune di Milano.
Scopri di più sul progettoDobbiamo partire dai principi affermati dalla Convenzione ONU per costruire una società inclusiva, in cui le persone con disabilità non sono persone da assistere, ma portatori di diritti. Questo fa bene a tutti: mettere al centro la persona con disabilità fa bene a tutta la società.
Don Virginio Colmegna, Presidente di Fondazione SON
Vivo a Milano dal 2018, da quando sono uscito dall’ospedale dopo l’incidente. Le barriere architettoniche che incontro sono le radici degli alberi che formano dei dossi sui marciapiedi: a ogni salto rischio di perdere il controllo della carrozzina.
Stefano Corso, residente a SON
«E poi ci sono i gradini all’ingresso dei locali pubblici. Ricordo una volta in cui volevo andare a mangiare al ristorante, avevo telefonato per chiedere se fosse accessibile e mi era stato detto di sì. Quando sono arrivato ho scoperto che non era così e ho dovuto cercare un altro posto per mangiare. In un’altra occasione mi è stato proposto di sollevarmi: ma la mia carrozzina è molto pesante e soprattutto molto delicata».
Articolo 9 – Accessibilità
Per consentire alle persone con disabilità di vivere in maniera indipendente e di partecipare pienamente a tutti gli aspetti della vita, gli Stati adottano misure adeguate a garantire alle persone con disabilità, su base di uguaglianza con gli altri, l’accesso all’ambiente fisico, ai trasporti, all’informazione e alla comunicazione.
«Io e mia mamma siamo stati tra i fondatori di SON. Adesso lei non c’è più e vivo da solo. Sono contento di vivere da solo perché si sta meglio, mi piace fare la mia vita personale. La mia stanza preferita è la camera da letto, perché ho le foto di mia mamma, di mio nonno e di mio papà. E la tv, dove guardo il calcio.
Mi piace fare la mia vita. Lavoro in un albergo. La domenica esco: la sveglia suona alle sei, mi alzo verso le otto, guardo la tv e poi vado a messa nella chiesa qui vicino. Poi torno a casa e leggo il giornale».
SON è un posto silenzioso dove si prega molto e io sto bene. Io voglio andare d’accordo con tutti, il giovedì sera cenare con gli ospiti e con quelli che abitano qui. Questa è una bella cosa che mi dà sollievo.
Marco di Marzo, residente a SON
Articolo 19 – Vita indipendente e inclusione nella società
Gli Stati riconoscono il diritto di tutte le persone con disabilità a vivere nella società, con la stessa libertà di scelta delle altre persone, e adottano misure efficaci e adeguate per facilitare il pieno godimento da parte delle persone con disabilità di tale diritto e la loro piena integrazione e partecipazione nella società.
Da 28 anni lavoro in una ditta a Cinisello Balsamo, dove faccio le pulizie. Questo lavoro per me è importante, perché guadagno i soldi per pagare l’affitto e tutte le spese. Mi serve per essere autonoma e mi fa sentire bene.
Susanna, residente a SON
«Lavoro al McDonald in Stazione Centrale. Ho iniziato a lavorare in questa catena negli anni Novanta: il primo locale è stato in viale Tunisia. Durante la giornata pulisco i vassoi, pulisco i tavoli, faccio i rifornimenti, rido e scherzo con i miei colleghi che mi vogliono bene. Questo lavoro mi piace perché sono a contatto con la gente. Ed è importante perché guadagno, ho uno stipendio. Porto a casa i soldi che mi servono per l’affitto e tutte le altre cose». – Romeo Paciocco, residente a SON
Articolo 27 – Lavoro e occupazione
Gli Stati riconoscono il diritto al lavoro delle persone con disabilità, su base di uguaglianza con gli altri; segnatamente il diritto di potersi mantenere attraverso un lavoro liberamente scelto o accettato in un mercato del lavoro e in un ambiente lavorativo aperto, che favorisca l’inclusione e l’accessibilità alle persone con disabilità.
Mi piace giocare a calcio con gli ospiti della Casa della Carità, ma non solo. Mi piace anche scrivere. Ho scritto un libro con don Virginio Colmegna, “Ascoltando il silenzio”. Sono poesie, racconti sulla vita, su quello che penso della vita. Mi piace cantare, lo faccio da qualche anno e vado con la mia compagna nei locali dove si fa il karaoke. Il canto è una mia grande passione, però bisogna anche esercitarsi molto bene, fare delle prove, essere seguiti da una tutor che ti insegna tante cose. Io ho fatto una scuola di canto qui, in via Adriano.
Davide Tortorici, residente a SON
«Amo tantissimo leggere e ricamare. Mi piace tantissimo anche stare all’aria aperta, a contatto con la gente, fare passeggiate: trovo sempre qualcosa da fare all’aperto. Da un po’ di tempo ho iniziato a sperimentare il Giardino in movimento: assieme a Simona, una volontaria, lavoro la terra, ho messo le piantine e ho imparato a prendermene cura». – Marinella de Feudis, residente a SON
Articolo 30 – Partecipazione alla vita culturale e ricreativa, agli svaghi ed allo sport
Gli Stati riconoscono il diritto delle persone con disabilità a prendere parte su base di uguaglianza con gli altri alla vita culturale e adottano tutte le misure adeguate a garantire che le persone con disabilità; abbiano accesso ai prodotti culturali in formati accessibili; abbiano accesso a programmi televisivi, film, spettacoli teatrali e altre attività culturali, in formati accessibili; abbiano accesso a luoghi di attività culturali.
La Convenzione commentata da CBM Italia
La Convenzione sui diritti delle persone con disabilità è stata adottata dalle Nazioni Unite nel 2006, in Italia ratificata nel 2009. È il primo trattato internazionale legalmente vincolante che stabilisce gli obblighi degli Stati aderenti nel promuovere e proteggere i diritti fondamentali delle persone con disabilità. CBM Italia ha realizzato una versione commentata della Convenzione, per avvicinare ogni persona alla conoscenza e alla comprensione dei suoi princìpi rivoluzionari.
Nel documento è contenuto il testo integrale e il commento ai principali articoli, realizzato da CBM con il supporto di Ledha – Lega per i diritti delle persone con disabilità.
La Convenzione commentata è disponibile qui