In occasione dell’anniversario della nascita di Franco Bomprezzi, giornalista e attivista per i diritti delle persone con disabilità, proponiamo il podcast che racconta la sua storia. Una vita straordinariamente normale, che ci dice ancora molto sulla società in cui viviamo oggi.

murales raffigurante franco bomprezzi

Sono nato con le ossa fragili. Una cosa strana, una malattia rara: uno ogni 25 mila nati. Un po’ snob.

Franco Bomprezzi

Franco Bomprezzi non rinunciava mai all’ironia, nemmeno quando parlava di sé e della sua malattia, l’osteogenesi imperfetta, che gli provocava dolorose fratture. Una condizione che ha segnato profondamente la sua vita:  

I medici non pensavano nemmeno che sarei sopravvissuto. Sono vivo grazie a mio nonno: per saldarmi queste fratture usava le stecche delle camicie da uomo. 

Franco Bomprezzi

Chi era Franco Bomprezzi

Franco Bomprezzi (nato il 1° agosto del 1952 e scomparso nel dicembre 2014) ha vissuto una vita al tempo stesso normale e straordinaria: ha frequentato il liceo e l’università a Padova, ha lavorato come giornalista, ha fatto politica. Si è sposato con Nadia, l’amore della sua vita, ha avuto amici, fatto viaggi. Il tutto in un’Italia in cui le persone con disabilità dovevano affrontare ancora più ostacoli e pregiudizi rispetto a oggi. 

Per molto tempo, nella sua attività da giornalista, Franco non ha dedicato particolare attenzione ai temi della disabilità:

Vivo in carrozzina da sempre sono diventato giornalista ‘nonostante’ la carrozzina. Ho voluto dimostrare, anche quando nessuno me lo chiedeva esplicitamente la mia normalità.  

Franco Bomprezzi

Poi, all’inizio degli anni Novanta, arriva la svolta: decide di mettere a disposizione la sua professionalità scrivendo di disabilità perché si è reso conto che non è più possibile “stare alla finestra” e chiamarsi fuori.  

Ha fondato e diretto testate giornalistiche specializzate sui temi della disabilità, ha animato il dibattito culturale italiano su questi argomenti attraverso il suo blog “Francamente” su Vita.it e su “InVisibili” sul sito del Corriere della Sera. Ha dato un contributo fondamentale alla costruzione di un linguaggio corretto e rispettoso sulla disabilità. Bomprezzi, ad esempio, non sopportava l’espressione “inchiodato sulla carrozzina” per descrivere chi (come lui) si spostava in sedia a rotelle. La carrozzina, per lui, era strumento di libertà. Lo strumento che gli aveva permesso di studiare, di seguire i casi di cronaca nera per il suo giornale, di viaggiare, di fare sport. 

Il podcast

La sua storia è raccontata nel podcast “Il Cavaliere a rotelle, prodotto da LEDHA e UILDM, con il contributo di Fondazione Cariplo e realizzato dalla giornalista Ilaria Sesana, che condensa in circa 90 minuti il racconto della vita e del lavoro di Franco Bomprezzi, affidato alle voci di amici, colleghi e di quanti hanno lavorato con lui nelle diverse tappe della sua carriera professionale. Il racconto di una vita straordinariamente normale, che ci dice ancora molto sulla società in cui viviamo oggi. 

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