In occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, presentiamo le nuove puntate di Criptonite dedicate al linguaggio. La prima ad uscire sarà con Vera Gheno, seguita in successione dalle puntate con Francesca Vecchioni e Lavinia Azzone, per capire come le parole costruiscono rappresentazioni, influenzano la percezione della disabilità e possono diventare strumenti di inclusione.

Esce un nuovo capitolo di “Criptonite”!
In occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, inauguriamo il secondo capitolo di Criptonite – un podcast disarmante per parlare di stereotipi, narrazioni e barriere culturali legate alla disabilità.
Dopo il primo capitolo dedicato all’umorismo, i conduttori Marina Cuollo e Jacopo Cirillo mettono al centro il linguaggio: perché le parole non risolvono tutto, ma possono aprire possibilità, trasformare sguardi, creare inclusione. O, al contrario, possono escludere.
Gli episodi del secondo capitolo
Nel primo episodio di questo capitolo, insieme alla sociolinguista Vera Gheno, ci confrontiamo sul peso delle parole. Dalla “piramide dell’odio” agli stereotipi quotidiani, riflettiamo su come il linguaggio non sia fatto di regole immutabili, ma di scelte quotidiane: possiamo usare il nostro privilegio linguistico per rendere lo spazio comune più accessibile e riconoscere esperienze spesso invisibili.
Proseguiamo poi con Francesca Vecchioni, fondatrice e presidente di Fondazione Diversity, per esplorare il rapporto tra linguaggio, rappresentazione e realtà sociale. Scopriamo quanto ciò che nominiamo influenzi ciò che percepiamo e come i pregiudizi e gli automatismi guidino gran parte delle nostre decisioni. Un dato è eloquente: se la disabilità riguarda il 24% della popolazione italiana, nelle testate giornalistiche e nei media compare appena nell’1–2% dei contenuti. Eppure il pubblico, soprattutto quello giovane, oggi richiede narrazioni più inclusive.
Ed è proprio da qui che si inserisce il terzo episodio con Lavinia Azzone, editor e traduttrice dal tedesco per Fandango Libri: se la rappresentazione passa dalle parole, la traduzione diventa uno snodo cruciale. Azzone ci mostra come termini come “impairment” o “disabilità” non coincidano da una lingua all’altra e come i vuoti lessicali siano scelte politiche. Tradurre significa quindi assumersi una responsabilità: trovare parole che rispettino le persone e allarghino il pensiero inclusivo.
Ascolta il nuovo capitolo di Criptonite e aiutaci a diffondere il podcast!