Questo potrebbe sembrarti un racconto, non lo è. Dove mancano le strutture sanitarie o quando le persone sono troppo povere per pagare il trasporto verso gli ospedali, arrivano i nostri operatori. Da qualche mese, grazie alla clinica St. Louise, anche nella poverissima regione del Tigray.

Avventurati in un sentiero
Avventurati in un sentiero, cammina per un’ora e raggiungi la riva di un fiume. Arrotolati i pantaloni. Entra in acqua. Dopo una trentina di minuti sei di nuovo all’asciutto, infilati le scarpe e allacciale bene, perché devi iniziare una salita tra i sassi. La salita è abbastanza ripida, ma ci sei quasi. Superi un campo dove alcuni bambini giocano a pallone e ti senti chiamare da una casa: ti stavano aspettando.
L’interno è molto buio. Non c’è elettricità, non c’è acqua. Sei nel posto giusto.
La storia di Dawit
Qui vive Dawit, bimbo di sette anni, insieme ai genitori e ai due fratellini. La loro è una delle capanne di fango che fanno parte di un piccolo villaggio montano, nel sud della regione di Oromia, in Etiopia.
La zona, di per sé difficilmente raggiungibile, rimane quasi completamente isolata quando le piogge abbondanti rendono le strade inagibili. Come testimonia una nostra operatrice sul campo:
Per chi vive in aree come questa, arrivare in qualsiasi ospedale è impensabile.
È anche per questo che Dawit, quando ha iniziato a sviluppare i sintomi della cataratta, non è stato curato.
Per molti mesi la sua vista è peggiorata giorno dopo giorno. La sensibilità alla luce sempre più dolorosa lo costringeva a coprirsi il volto con le mani e guardare attraverso le dita, mentre il buio si stringeva attorno a lui.
È stato grazie all’intervento dei nostri operatori sul campo e al re-indirizzamento degli ospedali partner che abbiamo potuto identificare il suo caso e accompagnarlo in ospedale per operarlo, gratuitamente. Una chirurgia di circa trenta minuti che ha cambiato per sempre la sua vita.

Il nuovo progetto, in Tigray
Il lavoro degli operatori sul campo è fondamentale per identificare problemi alla vista e patologie non trattate e accompagnare chi ha bisogno in ospedale, per ricevere cure e assistenza. Ecco perché continuiamo a sostenere e intensificare queste componenti nei progetti che sosteniamo. Il più recente riguarda le attività della clinica St. Louise, in Etiopia, dove gli interventi legati alla salute della vista sono particolarmente urgenti, soprattutto per le categorie più vulnerabili.
Per questo, oltre ai progetti in essere, abbiamo avviato un nuovo intervento alla clinica St. Louise, destinato a donne, minori, anziani, persone con disabilità e profughi.
Complessivamente, raggiungeremo 190 mila persone attraverso:
- visite oculistiche nelle comunità e nelle scuole;
- cure primarie alla clinica St. Louise per 70 mila persone;
- oltre 8.000 interventi di cataratta o interventi minori;
- creazione di un laboratorio ottico per produrre e distribuire occhiali;
- coinvolgimento delle comunità locali per aumentare consapevolezza e inclusione.
Il Tigray, infatti, è una delle regioni più colpite dalla disabilità visiva dell’intero Paese. La cataratta è la principale causa di cecità seguita da opacità corneale ed errori refrattivi. Il tracoma è endemico in 12 distretti. Con interventi tempestivi di prevenzione, cura e diagnosi, l’80% dei casi di cecità e disabilità visiva sarebbero evitabili o curabili. Come è stato per Dawit.