Naresh in camice cammina con le stampelle e la protesi nuova, a fianco il padre

Dov’eravamo rimasti

I tecnici del laboratorio ortopedico, dopo le prove e le dovute rifiniture, hanno ultimato e consegnato la protesi per la gamba di Naresh. Sia lui che il papà sono entusiasti, ma ancora increduli. In tutti i numerosi ospedali in cui si sono recati, infatti, è sempre stato detto loro che Naresh non avrebbe potuto ricevere una protesi prima dei 18 anni. Questo significa che, per sette anni, avrebbe dovuto utilizzare la stampella di fortuna costruita da suo papà, compiendo sforzi inimmaginabili anche solo per raggiungere la scuola e restando spesso escluso dai giochi o le attività con i compagni.

Per fortuna la tua strada ha incrociato la sua: è grazie al tuo aiuto che Naresh è arrivato in ospedale, ha ricevuto la protesi e oggi potrà finalmente iniziare la riabilitazione.

Dai bendaggi ai primi passi: tutte le tecniche necessarie

Il padre del bambino benda la gamba amputata con la supervisione del medico. Tutti e tre sono all’interno dell’ospedale, Naresh seduto sul lettino

La riabilitazione e la fisioterapia prevedono numerosi passaggi che comprendono anche la preparazione, come bendare l’arto amputato e indossare la protesi (in foto puoi vedere il medico che supervisiona papà Gante, mentre impara la tecnica corretta di bendaggio). Naresh e tutti i piccoli pazienti che assistiamo, infatti, devono potersi ristabilire nel minor tempo possibile e, contemporaneamente, apprendere tutte le tecniche necessarie per essere autonomi quando torneranno a casa.

Iniziamo!

Ora, però, è il momento di mettersi in piedi e Damodar Shrestha, il fisioterapista che seguirà Naresh, spiega tutto per filo e per segno: inizierà con delle tecniche di spostamento del peso, poi camminerà con l’aiuto delle parallele per passare poi alle stampelle. Quando si sentirà pronto e sicuro, inizieranno a toglierle e potrà muoversi all’interno dell’ospedale.

Faremo esercizi per rinforzare la gamba e l’anca. Riuscirai a portare comodamente la protesi e a camminare facilmente. Iniziamo.

Damodar Shrestha, il fisioterapista di Naresh

Il tutto verrà seguito e supportato da sessioni specifiche di fisioterapia per manipolare la gamba e l’anca:

Abbiamo notato subito che l’anca sinistra è disallineata a causa degli anni passati usando una sola stampella. Già dopo le prime sessioni è migliorato, ma dovrà continuare.”

Naresh alle parallele, fisioterapista monitora e padre assiste

“Bad to Hell, good to Heaven”

Dopo giorni di allenamento costante, in cui non ha mai smesso di sorridere, Naresh ha acquisito la sicurezza necessaria per spostarsi all’esterno e provare a salire e scendere dalle scale. È molto importante, nel suo caso specifico, che padroneggi questa tecnica perché il suo villaggio, come forse ricorderai, si trova in una zona montuosa. La protesi è stata progettata anche pensando a questo.

Protesi su misura: il ginocchio della protesi per Naresh è progettato per bloccarsi automaticamente quando si piega, per evitare cadute. Si chiama Safety Knee Joint ed è adatto a terreni accidentati e collinari, come quello in cui vive Naresh.

Esterno dell’ospedale, Naresh scende le scale con aiuto delle stampelle. Fisioterapista supervisiona, padre assiste

C’è una frase che, in ospedale, fisioterapisti e operatori usano per far ricordare ai bambini qual è la giusta tecnica di salita e discesa “Bad to Hell, good to Heaven” (letteralmente “i cattivi all’inferno, i buoni in paradiso”). Ciò significa che, tutte le volte che dovrà scendere, il primo passo andrà fatto con la protesi (bad to Hell), e tutte le volte che dovrà salire, dovrà iniziare dalla gamba sana (good to Heaven).

A Naresh la frase fa molto ridere e resta immediatamente impressa, di certo non la dimenticherà più.

Puoi usare quest’anneddoto quando racconti perché hai scelto di essere un donatore regolare e sostenere così i bambini più bisognosi; sicuramente susciterà curiosità.

Si torna a casa

I progressi di Naresh sono rapidi: è entusiasta e molto diligente. Già dopo i primi giorni riesce a camminare senza stampelle sulle superfici piane e con l’aiuto delle stampelle all’esterno. Solitamente i ricoveri durano più a lungo, ma Gante, il padre di Naresh, deve tornare a casa: è lui che mantiene la famiglia.

I medici acconsentono alle dimissioni a patto che Naresh continui a esercitarsi e che si rechi alle visite di controllo periodiche. Se non dovessero riuscire a raggiungere l’ospedale, potranno sempre affidarsi alle strutture sul campo, non lontano dal villaggio.

Mentre preparano le valigie Gante ci tiene a dirci una cosa, o meglio, a dirla anche a te:

Vorrei aver conosciuto questo ospedale prima. Abbiamo perso così tanto tempo. Sono grato ai medici, allo staff dell’ospedale e a tutti voi. Non vi ringrazierò mai abbastanza.

Gante, papà di Naresh

Al prossimo aggiornamento, si torna a casa.

Ripercorri i primi giorni insieme a Naresh

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