In India l’ondata di COVID-19 non si arresta, con oltre 3.000 decessi ogni giorno. Pur se si intravedono i primi segnali di arresto del virus, la situazione è ancora drammatica: ospedali e strutture mediche sono al collasso, le persone si accampano davanti agli ospedali dove mancano macchinari e attrezzature per ossigeno, bombole, strumenti per il monitoraggio delle funzioni vitali, medicinali, vaccini.

trasporto aiuti in India

India: le conseguenze del COVID-19

Le conseguenze per la popolazione indiana sono devastanti: oltre all’emergenza sanitaria, sono aumentate in modo profondo le diseguaglianze socioeconomiche, con la perdita di posti di lavoro soprattutto nelle aree rurali. Si è diffusa l’insicurezza alimentare per scarsità di cibo, aumento dei prezzi, difficoltà di approvvigionamenti per chi vive nelle aree rurali, difficoltà di muoversi e perdita dei mezzi di sussistenza.

Il COVID si sta diffondendo nelle zone rurali dell’India, dove il sistema sanitario è in una situazione ancora più critica che nei centri urbani. Qui inoltre è molto più difficile mettere in pratica le misure di prevenzione base: nelle zone rurali l’accesso ad acqua pulita è raro, così come a sapone e igienizzante e, essendo la maggior parte dell’economia informale, il distanziamento sociale non viene rispettato.

Nelle prossime settimane potrebbe essere imposto un blocco a livello nazionale o statale, destinato a colpire ulteriormente i più poveri ed emarginati: se vengono sospesi o limitati i trasporti pubblici, la popolazione più povera sarà costretta a spostarsi a piedi, causando assembramenti

I centri visivi, infine, sono convertiti parzialmente in strutture COVID.

L’impatto del COVID-19 sulle persone con disabilità

Su una popolazione di 1,3 miliardi, le persone con disabilità sono circa 29 milioni e sono proprio loro che rischiano di pagare il prezzo più in questa emergenza sanitaria.

La pandemia COVID-19 ha fatto emergere con ancora più enfasi la forte discriminazione fra chi ha e chi non ha, fra chi può e chi non può.

In una pandemia le persone con disabilità sono tra le più vulnerabili e a rischio perché:

  • non sono in grado di autoproteggersi pienamente, mantenere le misure igieniche necessarie o poiché possono trovarsi in ambienti (anche sanitari) inappropriati
  • hanno un rischio maggiore di contrarre il virus COVID-19 (ad esempio, possono riscontrare difficoltà a lavarsi, ad accedere all’acqua, a un lavandino, hanno necessità di toccarsi più spesso la faccia o usare il tatto) e possono avere maggiori difficoltà ad agire a distanza sociale o in isolamento (ad esempio, dovrebbero rimanere in stretto contatto con persone che li supportano: familiari, caregivers, medici).
  • molte persone con disabilità hanno un rischio maggiore di contrarre il COVID-19 in forma grave a causa delle condizioni di salute pregresse e incontrano ostacoli nell’accedere a cure e supporto sanitari adeguati dopo aver contratto il virus COVID-19.

Il nostro intervento nell’emergenza in India

In India lavoriamo da molti anni al fianco delle persone con disabilità con progetti di salute visiva, educazione inclusiva, formazione e lavoro. Dallo scoppio dell’emergenza sanitaria nel 2020, abbiamo intensificato il nostro impegno al fianco delle persone con disabilità e stiamo continuando a farlo senza sosta, perché crediamo che tutti abbiano gli stessi diritti e che nessuno debba essere lasciato indietro.

Cosa abbiamo fatto durante il primo lockdown

visita oculistica
  • Salute: durante la prima emergenza del 2020, i nostri ospedali sono stati riconvertiti in strutture COVID-19 e dotati di letti per terapia intensiva e di dispositivi di protezione individuale, come il dr. Shroff Charity Eye Hospital in Rajasthan. Anche l’ospedale Christian Medical College di Ludhiana, nel Punjab, era diventato struttura di riferimento per i pazienti COVID-19, con oltre 300 pazienti visitati ogni giorno.
  • Scuola: durante il lockdown, in India il 73% dei bambini con disabilità non ha avuto accesso all’educazione, soprattutto quelli provenienti dai contesti più poveri che non hanno avuto accesso a computer o connessione. L’interruzione della scuola ha avuto grande impatto anche sul loro benessere mentale. Per questo, il nostro partner Bethany Society ha continuato il suo lavoro di rafforzamento delle scuole e formazione degli insegnanti sull’educazione inclusiva: i docenti sono stati formati e hanno organizzato lezioni a distanza. Laddove la connessione non arrivava, nelle aree più remote, hanno fatto lezione al telefono e parlato con i genitori per restare in contatto costante con le famiglie.
  • Lavoro: in India oltre l’80% delle persone lavora nell’economia informale. Molti comprano cibo con i soldi che guadagnano ogni giorno e non hanno risparmi su cui contare. Il blocco di marzo 2020 ha comportato la perdita di mezzi di sussistenza e la capacità di pagare gli affitti e acquistare cibo. Insieme a CBM India siamo intervenuti subito, distribuendo cibo, acqua, kit igienico-sanitari e dispositivi di protezione.

Cosa facciamo oggi

scarico di materiali da una barca in India durante l'emergenza

Nel mese di giugno abbiamo avviato un nuovo progetto di emergenza rivolto alle comunità vulnerabili, alle persone con disabilità e le loro famiglie, donne e bambini della durata di 10 mesi.

Insieme al nostro Ufficio Paese e 14 partner sul campo realizzeremo queste attività:

  • fornitura di 18.875 kit alimentari e 13.350 kit igienici alle persone con disabilità e più vulnerabili
  • distribuzione di 17.243 DPI (dispositivi di protezione individuale)
  • fornitura di 529 strumenti (ventilatori, pulsiossimetri, termometri) e 15 concentratori di ossigeno per gli ospedali
  • sensibilizzazione su prevenzione del COVID-19 a 1.002 comunità
  • accesso a cure mediche e servizi di salute per 25.215 persone delle comunità vulnerabili
  • supporto economico a 330 persone delle comunità più vulnerabili
  • supporto a 370 studenti (a cui forniremo tablet, smartphone, materiale Braille) affinchè possano continuare a studiare
  • fornitura di 3.126 kit igienico-sanitari nelle comunità vulnerabili
  • supporto alla vaccinazione di 3.100 persone con disabilità
  • supporto psicologico a distanza per 1.202 persone.

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