In Burkina Faso il nostro progetto sta restituendo dignità alle persone con disabilità. Volti e storie ce ne danno la testimonianza.

donne beneficarie

La mostra fotografica

In Burkina Faso, uno dei Paesi più poveri dell’Africa sub-sahariana, l’insicurezza alimentare è un problema cronico. Per questo dal 2018, grazie anche al sostegno dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, abbiamo avviato il progetto triennale “Coltivare l’inclusione – sicurezza alimentare e resilienza delle famiglie vulnerabili in Burkina Faso” con l’obiettivo di rafforzare la sicurezza alimentare delle famiglie più vulnerabili, in particolar modo donne, assicurando loro formazione, lavoro, cibo e una migliore qualità della vita. Nella “Terra degli uomini integri” – questo il significato di Burkina Faso – stiamo restituendo dignità alle persone con disabilità: a testimoniarlo questa mostra fotografica.

Compaore Juliette

beneficiaria allevatrice di ovini

Diventare un’allevatrice mi ha reso indipendente. Adesso quando mi ammalo posso andare in farmacia senza dover chiedere nulla a nessuno. E questo è incredibile.

Compaore Juliette, 30 anni, allevatrice di ovini

Compaore Adiaratou

beneficiaria sorridente tiene in mano un animale da cortile

Grazie al progetto, la considerazione degli altri nei miei confronti è cambiata. Se sto facendo un’attività e mi assento, la gente si chiede “cosa fa?”, “dov’è?”. Prima, invece, mi chiedevano di mettermi da parte.

Compaore Adiaratou, 41 anni, allevatrice di polli

Diallo Gueneba

beneficiaria allevatrice di ovini

Le persone con disabilità sono sempre state stigmatizzate. Ora, nell’ambito del progetto, ci sono dei programmi radiofonici sui diritti delle persone con disabilità. Tutto questo ha contribuito a cambiare lo sguardo degli altri.

Diallo Gueneba, 46 anni, allevatrice di ovini

Kinda André

beneficiario contadino e allevatore di caprini

Con il guadagno di un anno della vendita dei prodotti coltivati, ho potuto pagare la scuola dei miei figli, comprare della sabbia per fabbricare dei mattoni per fare un tetto e acquistare due capre per l’allevamento.

Kinda André, 56 anni, contadino e allevatore di caprini

Mare Kotorimi

beneficiaria commerciante e allevatrice di caprini e ovini

La costruzione del pozzo e della rampa per accedervi ha cambiato la mia vita, mi ha reso autonoma: prelevare l’acqua, anche se non ho nessuno vicino, per me non è più un problema.

Mare Kotorimi, 55 anni, commerciante e allevatrice di caprini e ovini

Nana René

beneficiario allevatore di caprini e ovini

Grazie al progetto vedo un futuro roseo per me come allevatore: vorrei installare una recinzione per lasciare gli animali liberi di correre, ingrandire il loro riparo e risparmiare per comprare loro il mangime migliore.

Nana René, 49 anni, allevatore di caprini e ovini

Tiendrebreogo Albert

beneficiario allevatore di galline

Le persone del villaggio mi domandano spesso dell’allevamento. Io, grazie al progetto, ho ricevuto una formazione e imparato molte cose. A chi mi chiede informazioni cerco di condividere quanto so.

Tiendrebreogo Albert, 71 anni, allevatore di galline

Zoungrana Elyse

beneficiaria allevatrice di suini

Mio figlio soffre di epilessia ed è sempre stato discriminato dalla comunità. Ora, grazie all’allevamento, riesco a pagare le medicine per lui e lui aiutandomi ha finalmente delle responsabilità che lo hanno reso parte attiva del villaggio.

Zoungrana Elyse, 46 anni, allevatrice di suini

Guarda l’intervista

A raccontarci del progetto “Coltivare l’inclusione – sicurezza alimentare e resilienza delle famiglie vulnerabili in Burkina Faso” anche il Presidente della Diaspora Burkinabé, Samadou Soulene, che abbiamo incontrato nella sua casa, in provincia di Bergamo.
Samadou è emozionato ma allo stesso tempo orgoglioso di poter testimoniare quanto il progetto abbia restituito dignità alle persone con disabilità che vivono nel Paese.

*Foto realizzate da Anne Mimault



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