A 6 anni la tubercolosi lo rende cieco e paralizza il lato sinistro del suo corpo. Oggi Dagam di anni ne ha 14 e, grazie al sostegno di tanti donatori, la sua vita è ricominciata.

bambini vedenti e non vedenti con insegnante

Una stanza per sette

Una solo stanza per sette persone, la famiglia di Dagam vive così nello slum di Addis Abeba, la capitale dell’Etiopia. Nell’ambiente, molto spoglio, ci sono solo due divani e per la notte vengono stesi per terra i materassi per dormire. Al di là della finestrella una stanza ancora più piccola funge da laboratorio per Shiberru che, con il lavoro da calzolaio, prova a mantenere tutta la famiglia.

Nella galleria fotografica sotto puoi vedere:

  1. lo slum di Addis Abeba, dove vive Dagam con la famiglia;
  2. Il piccolo laboratorio di scarpe del papà di Dagam;
  3. La porta d’ingresso della loro casa.
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La scoperta della malattia

Improvvisamente, 8 anni fa, alle preoccupazioni di ogni giorno se ne aggiunge una estremamente grave: il piccolo Dagam che all’epoca ha 6 anni, mentre è a scuola inciampa e cade. Quello che all’inizio sembra solo un malore si trasforma ben presto in un incubo: i medici gli diagnosticano la tubercolosi cerebrale. Grazie a due operazioni gli salvano la vita, ma la sua vista è compromessa per sempre, così come il lato sinistro del corpo, completamente paralizzato.

Da quel momento Dagam non esce più di casa, fa fatica a camminare, non riesce a orientarsi da solo nel dedalo di stradine dello slum, smette di frequentare la scuola (in cui non sono presenti i materiali didattici adeguati per i bambini ciechi).

La svolta nella scuola di Hosanna

Passano due anni e i genitori di Dagam, che non si perdono d’animo, vengono a sapere che ad Hosanna c’è una scuola che potrebbe accogliere Dagam. Non è una scuola qualunque, infatti, ma una scuola inclusiva che accoglie bambini con e senza disabilità. È proprio tra quelle aule che la vita di Dagam cambia per sempre.

I primi mesi sono particolarmente intensi perché Dagam deve imparare tutto da capo: come muoversi da solo, come lavarsi le mani in autonomia, ma anche esercitarsi particolarmente nella flessibilità e mobilità delle mani, che gli serviranno per poter muovere velocemente le dita sulla tavoletta Braille.

A scuola non sono solo gli insegnanti a conoscere i metodi di didattica inclusiva (come l’alfabeto Braille o la Lingua dei Segni), anche gli alunni stessi si aiutano a vicenda con un sistema di “supporto alla pari”: ad esempio gli alunni vedenti leggono ad alta voce mentre i bambini ciechi si esercitano a scrivere in Braille. La scuola diventa così un meraviglioso esempio virtuoso di come un sistema educativo inclusivo possa cambiare la vita di tutti i bambini coinvolti e l’intera società.

classe di bambini etiopi

Dalla scuola alla famiglia: scarpe e tavolino

L’intervento non si limita a questo: in molte delle scuole che possiamo sostenere grazie al tuo prezioso aiuto regolare, è prevista anche un’assistenza per le famiglie particolarmente povere. Come sai, infatti, nel Sud del mondo esiste un ciclo che lega disabilità e povertà: la disabilità genera povertà e la povertà aggrava le condizioni di disabilità ed è necessario intervenire per spezzare questo ciclo. Per questo Dagam e i compagni, tramite la scuola, non ricevono solo i pasti e la divisa scolastica, ma anche visite mediche annuali gratuite per loro e per tutta la famiglia e un sistema di aiuti.
E qui entrano in gioco anche il “famoso” tavolino (che vedi in foto qui sotto) e la storia delle scarpe a punta chiusa.

Dagam in casa legge in Braille

La famiglia di Dagam ha ricevuto infatti in dono dalla scuola un tavolino da posizionare nella stanza che permette a Dagam di avere un supporto su cui studiare e svolgere i compiti. Per il laboratorio del papà Shiberru, invece, sono stati donati gli strumenti per poter realizzare scarpe da donna a punta chiusa, prima poteva farne solo con la punta aperta, in questo modo sono aumentate le clienti e anche le modeste entrate della famiglia. Grazie al tuo aiuto Dagam e la sua famiglia stanno spezzando il ciclo che lega povertà e disabilità.

L’impegno continua

In Etiopia, dove sono 2 milioni i bambini con disabilità che non frequentano la scuola, continua il nostro impegno per garantire educazione inclusiva e di qualità.

Proprio in questi mesi stiamo costruendo ed equipaggiando la scuola Robit con la costruzione di nuove aule completamente accessibili. Quella che vedi qui sotto è la piantina inviata dagli architetti di Arcò, nostri partner, specializzati proprio in edifici sostenibili e accessibili. Grazie ai nuovi spazi la scuola, che oggi accoglie 55 bambini con disabilità, sarà in grado di ospitare 200 bambini.

planimetria Robit school
la piantina dei nuovi lavori di ampliamento della scuola Robbit

Sono inoltre previsti dormitori con 60 posti letto e spazi senza barriere architettoniche dove i bambini, con e senza disabilità, possano studiare e crescere, ciascuno trovando risposta alle proprie esigenze. La nuova scuola verrà costruita nel distretto di Kobo, a Nord Wollo, in una zona più centrale e quindi più facilmente raggiungibile dagli studenti e sarà dedicata esclusivamente alle classi primarie, dal primo all’ottavo grado.

Rendere l’educazione veramente inclusiva è uno dei passi fondamentali per permettere a tutti i bambini di frequentare la scuola, crescere con i propri compagni e spezzare il ciclo che lega povertà e disabilità.


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