operatori visitano Naresh e parlano con la famiglia

Dove ci eravamo lasciati

Nella nostra ultima chiacchierata con Naresh fuori da scuola, abbiamo incontrato un ragazzino di 11 anni deciso a non abbattersi, ma sconfortato nei confronti del futuro. L’infezione alla gamba non solo lo ha privato di un arto o della possibilità di camminare agevolmente, gli ha sottratto anche la voglia di sognare: crede che non potrà mai essere come i suoi coetanei e scegliere cosa fare nella sua vita.

Dall’ospedale l’hanno dimesso senza nessun tipo di riabilitazione o di protesi, addirittura senza stampella, che ha dovuto costruire papà Gante a casa.

Ecco perché come CBM, oltre 110 anni fa, abbiamo preso un impegno: essere al fianco delle persone cieche e con disabilità per offrire le cure accessibili e di qualità di cui hanno bisogno.

La speranza ha le sembianze di Tulsi

Da questo impegno e dalla generosità di tante persone come te, arriva anche una nuova speranza per Naresh, quasi impossibile da credere per lui e per la sua famiglia.

Una speranza che ha il nome di Tulsi Pandey che vedi nella foto qui sotto.

operatrice CBM

Tulsi, 26 anni, è una delle operatrici responsabili della riabilitazione in un progetto di sviluppo inclusivo che sosteniamo in Nepal. Attraverso visite nei villaggi, la squadra di medici e operatori permette di identificare i bambini con disabilità fisiche e fornire gli ausili medici di cui hanno bisogno o indirizzarli, se necessario, alle strutture in cui possono essere operati.

Dubbi e scetticismo

È proprio durante una delle visite nelle scuole e nei villaggi che Tulsi viene a conoscenza della sua situazione e si reca immediatamente a casa di Naresh. Comunica ai genitori, Gante e Lali, che loro figlio ha bisogno di una protesi e potrebbe riceverla.

Entrambi sono disorientati.

In ospedale mi hanno detto di aspettare quando avrà 18 anni.

Gante, il papà di Naresh

Oggi Naresh di anni ne ha 11, per lui significa aspettare altri sette anni, con tutte le difficoltà di cui hai potuto leggere e quelle che emergeranno giorno dopo giorno negli anni a venire.

operatrice CBM parla con Naresh davanti alla capanna

Tulsi li rassicura: esiste la possibilità anche per i bambini di avere protesi ortopediche. CBM sostiene proprio un ospedale con un laboratorio ortopedico. Naresh potrà ricevere la protesi di cui ha bisogno in tempi brevi, non dovrà aspettare sette anni.

Non sarà facile, ma sarà possibile

Le domande di Gante e Lali sono, comprensibilmente, moltissime, due in particolare: come farà Naresh a imparare a camminare di nuovo? Come faranno con i soldi, visti i numerosi debiti contratti per le cure del figlio?

Di nuovo Tulsi li rassicura, dando loro tutte le informazioni: l’intera operazione sarà sostenuta da CBM, così come il viaggio e la degenza in ospedale e la protesi. Tornati a casa ci sarà un periodo di riabilitazione in cui Naresh verrà accompagnato gradualmente.

La protesi andrà studiata considerate le esigenze di Naresh, la sua crescita nel corso degli anni e il terreno accidentato su cui cammina di solito. Serviranno molti controlli e potrebbe servire un’operazione prima di poter installare la protesi, non sarà facile. Ma sarà possibile.

Quando, quando, quando?

Mentre Tulsi parla con i genitori, Naresh inizia a realizzare il significato di quelle parole e inizia a farsi strada un’idea che fino a pochi secondi prima sembrava impossibile: avrà una gamba nuova.

Da quel momento e per tutte le settimane successive, ci racconta Lali, la madre di Naresh, c’è solo una domanda che si sentirà ripetere ogni giorno:

Quando avrò la mia gamba nuova?

Naresh
operatori CBM

Tra i progetti che ci aiuti a sostenere, sempre in ambito di chirurgie ortopediche, protesi e riabilitazione, c’è un progetto presso l’ospedale CoRSU in Uganda. Si chiama Print the innovation e ha l’obiettivo, attraverso delle stampanti 3D, di stampare protesi ortopediche per bambini. Straordinario, vero? È reso possibile anche grazie a te.

Ripercorri i primi giorni insieme a Naresh

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