A dicembre 2021 si è concluso il progetto di supporto psicologico e organizzativo rivolto a medici, infermieri e a tutto il personale sanitario e amministrativo dell’Ospedale Humanitas San Pio X di Milano. Avviato nel 2020, in piena pandemia, il percorso ha offerto strumenti e sostegno nell’arco di diciotto mesi a oltre 200 persone impegnate in prima linea nell’emergenza COVID-19.

Il progetto

Promuovere la resilienza, condividere esperienze ed emozioni: quelle vissute da chi si è trovato in prima linea allo scoppio della pandemia COVID-19. Sono questi gli obiettivi del progetto rivolto al personale sanitario e amministrativo dell’ospedale Humanitas San Pio X a Milano, grazie al sostegno della Fondation d’Harcourt.

204 i beneficiari, tra personale medico e amministrativo, che in questi mesi intensi sono stati coinvolti in un percorso di supporto psicologico volto a promuovere l’attivazione e il potenziamento della resilienza sia come singoli sia nei gruppi di lavoro, adattandosi a situazioni lavorative fortemente stressanti e riducendo i possibili impatti negativi della crisi da COVID-19.

incontro in aula magna

La testimonianza di A.

Tra loro c’è A., che lavora nel blocco operatorio e in terapia intensiva:
«Il supporto psicologico mi ha aiutato a riconoscere quello che riuscivo a fare, riuscivo a essere e soprattutto mi ha dato la spinta a credere che non ero da sola. Il fatto di non sentirsi soli è un aiuto molto importante, nella professione ma anche a livello personale. Siamo persone, nessuno in nessuna situazione sta bene da solo e a maggior ragione in una situazione di grande stress lavorativo».

Un bilancio più che positivo quello di A., che ci racconta come – nei mesi intensi di lavoro – grazie al progetto ha acquisito nuove consapevolezze:

Questo percorso mi ha fatto sentir bene e per me vuol dire avere entusiasmo e trasferirlo al personale che coordino. La differenza nel gestire un gruppo di lavoro sta soprattutto in quel che tu trasmetti, oltre alle competenze tecniche.

A.

Le attività realizzate

Tre sono state le modalità di intervento realizzate dagli psicologi e psicoterapeuti di Multiversa, partner tecnico scientifico del progetto: 55 colloqui psicologici individuali, 52 incontri di gruppo, rivolti a tutto il personale, e attività di formazione e consulenza per i responsabili. In tutto hanno partecipato alle attività 204 persone.

L’obiettivo era stare al fianco dei singoli e dei gruppi di lavoro, offrendo occasioni di incontro con sè stessi e con gli altri in una dimensione di confronto, di esplorazione della propria esperienza, di sostegno, come ha commentato il dott. Scerri, psicologo di Multiversa:

primo piano Simone Scerri

«Le persone hanno potuto rendersi conto di come la resilienza sia qualcosa che già appartiene a loro, come testimonia il fatto di aver attraversato questo tempo tenendo insieme esigenze personali e familiari con quelle di un’attività professionale in un contesto così delicato e segnato dalla pandemia. Dell’esistenza di queste abilità di resilienza si è presa maggiore coscienza. Questo ha permesso alle persone e ai gruppi di accedere alle proprie risorse in modo intenzionale e consapevole. La dimensione del gruppo ha funto da amplificatore di questi processi».

Uno dei punti di forza del percorso infatti è stata la condivisione, come racconta A.:

«La condivisione coi colleghi è stata un’esperienza forte. Quando ci sono difficoltà abbiamo quasi timore a condividere i pensieri negativi: invece condividerli, parlarne con i colleghi e sapere che anche altri hanno provato lo stesso è stato un grande aiuto. Mi è piaciuto tantissimo in questo percorso parlare delle strategie che ciascuno di noi mette in atto nelle difficoltà: ognuno l’ha fatto in modo diverso ed è stato bello condividere le nostre strategie di resilienza».

Il grande cambiamento che ha portato il COVID è entrato in noi, abbiamo scoperto quanta forza e coraggio abbiamo, ma sappiamo anche che nulla sarà come prima anche dentro di noi. Questo percorso ha creato un forte legame e una consapevolezza maggiore.



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