Il tema 2023 della Giornata internazionale dello sport è “Scoring for People and the Planet – punteggio per le persone e per il pianeta perché lo sport offre un enorme potenziale per il progresso degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG’s), la promozione della pace e dei diritti umani.

bambini giocano a hockey

Istituita dalle Nazioni Unite nel 2013 con l’obiettivo di incoraggiare stili di vita attivi e rendere lo sport accessibile a tutti, la Giornata internazionale dello sport per lo sviluppo e la pace si celebra il 6 aprile, lo stesso giorno in cui, nel 1896, ebbero inizio i primi giochi olimpici moderni.

Lo sport può essere un grande megafono per amplificare cause che richiedono immediata attenzione e comunicare temi importanti a un pubblico molto ampio. Allo stesso tempo, lo sport può essere un collante perché è in grado di unire gruppi diversi nella lotta a grandi sfide, trovando il modo per superare le differenze nell’affrontare gli ostacoli. Lo sport può aiutarci a creare un futuro più sicuro, pacifico e sostenibile per tutti. Per questi motivi è impossibile negare il contributo che lo sport ha portato all’inclusione sociale.

Sport e disabilità

L’inclusione sociale è un’importante dimensione di benessere e di crescita e la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità la riconosce e definisce come un diritto.

Per questa ragione si insiste molto sulla necessità di adottare misure adeguate perché le persone con disabilità partecipino alle diverse declinazioni della vita sociale, quindi anche allo sport.

Per esempio, l’art. 7 della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità assicura ai giovani con disabilità il pieno godimento di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali sulla base dell’eguaglianza con gli altri giovani e richiede che gli Stati membri si impegnino ad incoraggiare la partecipazione delle persone con disabilità allo sport, indipendentemente dalle abilità di partenza. Purtroppo, però nella realtà si rilevano ancora diverse criticità.

Stringendo lo sguardo sulla dimensione sportiva, un driver fondamentale per l’inclusione sociale soprattutto giovanile, non possiamo non rilevare che le persone con disabilità che fanno sport sono in percentuale decisamente inferiore rispetto alla popolazione senza disabilità. Questo aspetto spesso viene sottovalutato, come se il tempo libero fosse un lusso di cui poter far a meno.

È importante, invece, evidenziare che in Italia le persone con gravi disabilità che praticano sport sono solo il 9,1%, mentre tra le persone con medie disabilità la percentuale sale al 20,5% rispetto al 36,6% della popolazione senza disabilità.

Fatto ancor più preoccupante è che le disuguaglianze socioeconomiche influiscono sui livelli di attivazione: le persone con disabilità più povere praticano meno sport e questo vale sia per le persone con disabilità motorie, sia per quelle con disabilità sensoriali (vista, udito).
Questo aspetto è significativo perché il 75% delle persone con disabilità che pratica sport dichiara di essere soddisfatto della propria vita, mentre solo il 2% per cento di quelli che non praticano sport sono soddisfatti. Questo dato dimostra ampiamente come lo sport sia un fattore che migliora la percezione della qualità della vita.

Sport e sviluppo sostenibile

Lo sport ha dimostrato di essere uno strumento molto efficace nella promozione degli obiettivi di pace e sviluppo. Nell’Agenda 2030 viene riconosciuto il ruolo dello sport nel progresso sociale:

Riconosciamo il crescente contributo dello sport alla realizzazione dello sviluppo e della pace nella sua promozione della tolleranza e del rispetto e all’emancipazione delle donne e dei giovani, con e senza disabilità, delle comunità, nonché agli obiettivi della salute, dell’istruzione e dell’inclusione sociale.

Il ruolo di CBM

atleti milano marathon

CBM ha da sempre riconosciuto il ruolo fondamentale dello sport nella sensibilizzazione del grande pubblico sui temi della disabilità attraverso iniziative come “Luci in Bici” o partecipando a manifestazioni come la “Milano Marathon” che all’occasione consentivano di aprire una finestra di conoscenza raccontando le condizioni di vita delle persone con disabilità nei Paesi del Sud del mondo.

Ma è con i progetti in Italia che CBM riesce a veicolare in maniera diretta il messaggio di inclusione attraverso lo sport:

  • “Inclusione in Movimento”, un progetto rivolto a bambini e ragazzi tra gli 8 e i 12 anni, le loro famiglie e la comunità del territorio del Municipio 2 di Milano con l’obiettivo di promuovere esperienze inclusive che permettano una fruizione piacevole del tempo libero per ragazze e ragazzi con e senza disabilità. L’intera Azione 3 del progetto è dedicata all’incoraggiare esperienza sportive inclusive dal blind tennis all’hockey in carrozzina.
  • “Sono inclusivo”, un progetto rivolto a ragazze e ragazzi tra i 16 e i 18 anni con lo scopo di fornire loro conoscenze e competenze sui diritti umani, con particolare riferimento alla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, promuovendo la formazione di una nuova generazione di ambasciatori che si attiveranno in prima persona per creare occasioni di riflessione e confronto su pratiche inclusive e aumentare la capacità inclusiva della comunità di appartenenza.

CBM vuole contribuire a costruire una società inclusiva in cui bambini e ragazzi con disabilità possano accedere a opportunità educative e ricreative senza discriminazioni e su basi di pari opportunità degli altri.

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