Dawud tra i banchi di scuola con i suoi compagni

Dawud, un bambino etiope di 6 anni, rischiava di diventare cieco a causa di una malattia infettiva, il tracoma. Un antibiotico e una strategia ha cambiato il suo destino. 

Un viaggio in Etiopia

Nel distretto di Legeyda, a nord dell’Etiopia, esiste un mondo decisamente diverso da quello che siamo abituati a vedere intorno a noi.

Un mondo povero, fatto di distese infinite di campi, radure, terra e fango.

Al primo sguardo viene da pensare che questa terra sia disabitata, qui dove non ci sono case, scuole, ospedali. In realtà qui migliaia di persone vivono in condizioni di estrema miseria. 

Tra loro ci sono tanti bambini, molti dei quali hanno gli occhi arrossati, ricoperti di secrezioni che attirano decine di mosche, che si posano incessantemente sui loro visi. Questi bambini sono malati di tracoma.

Tra questi bambini, c’è Dawud

Visita oculistica a scuola

Il tracoma è la prima causa infettiva di cecità al mondo. È una grave infezione degli occhi estremamente contagiosa che colpisce soprattutto donne e bambini e che nelle zone aride della terra, dove la povertà, la mancanza di acqua pulita, la scarsa igiene e l’assenza di strutture sanitarie impongono condizioni di vita molto difficili, si diffonde velocemente e drammaticamente minacciando la vista e il futuro di milioni di persone. 

Nel mondo oggi oltre 150 milioni di persone rischiano di ammalarsi e diventare cieche perché vivono in aree in cui il tracoma è diffuso a livello endemico. L’Etiopia è il Paese più colpito al mondo: qui 70 milioni di persone sono a rischio di contagio.

A scuola con Dawud

Dawud ha uno sguardo curioso e intelligente, ma non sa che sul suo futuro incombe una grave minaccia. Nella scuola di Dawud, in Etiopia, non ci sono solo libri e speranze di un futuro migliore. Tra i banchi di scuola corre veloce, tra le lezioni e i giochi, la grave minaccia del tracoma.
Il contagio si diffonde velocemente e, se non curati tempestivamente, i bambini rischiano di diventare ciechi per sempre.

S.A.F.E.: una strategia contro il tracoma

una donna etiope con un bambino in spalla

Di fronte a tutto questo, di fronte a un bambino e ai suoi compagni che rischiano di diventare ciechi, di fronte a intere famiglie che vivono lo strazio di questa dolorosissima malattia, un piano d’azione chiamato S.A.F.E. è l’unica soluzione. 

Tutto parte dalla distribuzione degli antibiotici, ma non si ferma qui.

A Dawud e ai suoi compagni di scuola abbiamo distribuito gli antibiotici che fermeranno l’infezione, abbiamo insegnato loro a lavarsi le mani e il viso, facendo comprendere l’importanza dell’igiene quotidiana, che è fondamentale per evitare il diffondersi del tracoma. 

Non bastano però le operazioni chirurgiche, gli antibiotici, le pratiche igieniche. Per rendere efficace il nostro intervento, è stato necessario creare le condizioni che permettano a Dawud, ai suoi compagni di classe affetti da tracoma, alle famiglie del suo villaggio di poter prevenire il tracoma.

Questo è stato possibile, grazie all’aiuto di tanti sostenitori, attraverso la costruzione di pozzi dai quali attingere acqua pulita per lavarsi ogni giorno.


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