Bambina prematura in incubatrice

Il progetto

Dopo Colombia, Bolivia e Paraguay, l’impegno di CBM per la prevenzione e cura della Retinopatia del Prematuro (ROP) si è esteso anche in Guatemala.

La ROP, una patologia della retina legata alla prematurità e al basso peso corporeo, in Guatemala è una malattia poco conosciuta e trattata in un numero limitato di centri sanitari e/o ospedali.

In questo Paese circa l’11% dei neonati sono prematuri, quindi a rischio di sviluppare la retinopatia.

A oggi non esiste un protocollo nazionale per la cura della ROP e lo stesso personale medico mostra reticenza nel trattare la malattia; di conseguenza trovare medici che vogliano specializzarsi nel trattamento di questa malattia è estremamente difficile. È in questo contesto che si inserisce il progetto, che vuole contribuire a ridurre la cecità infantile in Guatemala.

Individuare tempestivamente la ROP è fondamentale; questo progetto, insieme all’Unità Nazionale di Oftalmologia del Guatemala, ha l’obiettivo di raggiungere 12 ospedali nazionali, che saranno attrezzati per la prevenzione e il trattamento di questa malattia, anche attraverso la formazione del personale medico.

Risultati attesi

Grazie al progetto:

  • sarà condotto uno studio per definire il numero di casi di incidenza della ROP negli ospedali
  • saranno svolte attività di formazione e supervisione di 70 infermiere sull’ossigenoterapia, 60 pediatri e 14 medici neonatali sull’ ossigenoterapia e sull’identificazione dei potenziali casi di ROP, 3 oftalmologi sul trattamento della ROP
  • 30.000 bambini riceveranno screening visivi, l’80% dei quali, se necessario, riceverà un trattamento;
  • 2.000 genitori verranno formati e sensibilizzati sulla ROP
  • il progetto promuoverà attività di advocacy, anche livello istituzionale, sulle problematiche legate alla ROP ed il suo trattamento.

Risultati raggiunti

Da inizio progetto abbiamo raggiunto questi risultati:

  • 1.417 bambini sottoposti a screening visivo (678 bambine e 739 bambini)
  • 60 di loro hanno ricevuto cure (di cui 29 maschi e 21 femmine): 18 sono stati trattati con laser mentre gli altri 42 con iniezione intravitreale, una tecnica talvolta preferita perché permette di evitare cicatrici
  • 791 bambini prematuri hanno ricevuto visite di follow up.
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