operatrice mentre sta costruendo una mascherina 3D

Il progetto

Il progetto si pone in continuità con l’iniziativa Print the Innovation: ausili e prodotti 3D per migliorare la vita delle persone con disabilità in Uganda conclusa a marzo 2022 e si pone l’ obiettivo di migliorare la qualità dei servizi di riabilitazione inclusiva erogati dal CoRSU, ospedale sostenuto da CBM, e quindi la qualità della vita delle persone con disabilità. Il progetto  risponde a due sfide: da un lato massimizzare l’utilizzo della tecnologia di stampa 3D – già presente al CoRSU dal 2016 – aumentando il numero di prodotti stampabili, autoproducendo supporti sanitari monouso per l’ospedale, migliorando la qualità dei prodotti e la manutenzione dei macchinari con l’effetto indiretto di rendere tale tecnologia sostenibile all’interno dell’ospedale. Dall’altro lato, migliorare la vita delle persone con disabilità: una diversificazione di protesi ortopediche stampate permette di raggiungere un numero maggiore di pazienti e, un migliore prodotto, è più durevole (con costi ridotti per le famiglie).

Contesto

L’ospedale ortopedico CoRSU (Comprehensive Rehabilitation Services in Uganda) è un centro d’eccellenza specializzato in programmi di riabilitazione per persone con disabilità, inclusi bambini, e collabora dal 2008 con CBM per accogliere pazienti provenienti da tutta l’Uganda e dai paesi confinanti. All’interno dell’ospedale è presente un laboratorio ortopedico che utilizza la stampa 3D per la produzione di protesi e ortesi.

Secondo l’Uganda Bureau of Statistics il 12,5% della popolazione ugandese dai 2 anni in su ha almeno una forma di disabilità, tra questi 1,4 milioni hanno disabilità multiple. La maggioranza delle disabilità sono curabili ma spesso non vengono trattate a causa di povertà e/o di accesso limitato ai servizi ospedalieri. Le disabilità fisiche sono tra le disabilità più comuni (41,9%) e si stima che il 90% dei casi siano dovuti a traumi che portano a circa 600 amputazioni ogni anno. C’è dunque una grande richiesta di servizi ortopedici, inclusi protesi e ortesi. La capacità di rispondere a questa necessità, nonostante gli sforzi fatti, rimane molto al di sotto delle esigenze della popolazione. Beneficiari dell’intervento saranno le persone con disabilità afferenti al CoRSU, lo staff dell’ospedale che beneficerà delle formazioni tecniche e l’ospedale stesso. A questo possono aggiungersi gli ospedali limitrofi che potranno, eventualmente, approvvigionarsi presso il CoRSU di materiali sanitari monouso secondo i prototipi che verranno programmati e stampati.

Risultati attesi

Le attività mirano a tre risultatii:

  • Ottimizzazione dell’uso delle stampanti 3D, che si concretizza in due aspetti: la qualità dei prodotti stampati e la differenziazione dei prodotti stampati/stampabili anche in ottica di scalabilità e replicabilità in altri contesti sanitari.
  • Rafforzamento delle competenze tecniche dello staff del laboratorio di stampa 3D, in modo che sia autonomo nella stampa dei prototipi in database e nell’utilizzo dei nuovi software/strumenti tecnici, nei processi di manutenzione dei macchinari e nell’approvvigionamento dei materiali idonei.
  • Sensibilizzazione e informazione della comunità sull’utilizzo della stampa 3D nel settore sanitario. Anche questo elemento si sviluppa in due direzioni: comunitaria, ovvero le persone con disabilità accedono al CoRSU per richiedere ortesi stampate in 3D, e tecnico/istituzionale per cui altre strutture sanitarie, le autorità e le OSC si interessano della tecnologia di stampa 3D (per eventuale replicabilità) e/o si interessano della possibilità di acquistare materiale ospedaliero stampato in 3D dal CoRSU.

In Italia sono previste attività di informazione rivolte a un pubblico tecnico/scientifico sulla possibilità di applicazioni tecnologiche in contesti in via di sviluppo.

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